La maglia nera

Non ci piace lasciare fili pendenti e pertanto il caso Mazzucco va chiuso.

Prima, però, giusto per contestualizzare è necessario raccontare una storia, quella di Giuseppe Ticozzelli, allora calciatore di una certa notorietà, oggi sconosciuto ai più, che nei primi anni venti militò nell’Alessandria, nel Casale, nella SPAL e anche in Nazionale. Forse il nostro Socio Anziano Crespi ne serba un ricordo di gioventù.

Dicevamo dell’estroso Ticozzelli  che nel 1926, decise di partecipare al Giro d’Italia come indipendente prendendo parte a sole quattro tappe, poiché malauguratamente venne investito da una moto e costretto al ritiro.

Celebre il suo comportamento in gara: durante una delle tappe infatti ad un certo punto riuscì ad avere oltre un’ora di vantaggio sugli inseguitori, ma correndo come indipendente non aveva il supporto di una squadra che potesse portargli i rifornimenti. All’ora di pranzo si fermò quindi a mangiare in un ristorante lungo il tragitto, riprendendo la corsa solo all’arrivo del resto del gruppo.

Caratteristico anche l’abbigliamento: corse infatti con indosso la maglia del Casale, la squadra di calcio in cui militava al tempo, di colore nero con una stella bianca.

Il colore di questa maglia fu d’ispirazione agli organizzatori nel 1946 quando, nel primo  Giro d’Italia dopo la Seconda guerra mondiale, decisero di istituire un premio anche per l’ultimo in classifica: la maglia nera.

Ieri, portatosi ai piedi del versante nord del Mortirolo, una delle salite ciclistiche più dure d’Europa, visibilmente agitato, ma pieno di determinazione, vestito di nero e sembra, ma non ci crediamo, a digiuno, il nostro Mazzu, un passato da ciclista, classifica tennistica 3.3, ha approcciato la gara da par suo.

Sorprendentemente si portava subito in testa vincendo il sorteggio iniziale, decideva di servire e, approfittando della momentanea assenza dell’avversario, andava in fuga chiudendo a suo vantaggio il primo game.

A quel punto Amelio, classifica 2.5, si alzava dal letto e, mentre si lavava i denti, piazzava tre aces e un vincente e la partita finiva, nonostante qualche sussulto qua e là, che faceva fremere un pubblico casalingo e affettuoso, che gridava “bravo Mazzu!!” anche mentre seduto in panca si asciugava la pelata.

62, 61, 45 minuti, il tennis nella sua imperfezione è uno sport perfetto: nel campo a fianco un 2.6 e un 2.5 nello stesso tempo erano a metà del primo set.

Nonostante tutto una bella pagina di sport, dove però Golia le ha suonate a Davide.

Accorrete gente, il livello sale, precipitevolissimevolmente.

Moritz Allee

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