Tanto hai perso

Domenica 13 settembre, spareggio per la nostra D4 per la promozione in D3.
Squadra eterogenea formata da vecchi marpioni e più o meno giovani entusiasti del tennis.
Dopo un cammino quasi trionfale i nostri si sono ritrovati alla gara decisiva e, ve lo dico subito, non l’hanno mancata.
Guidati da un redivivo Mastro Fabio Colombo, hanno regolato con relativa facilità una squadra di attempati giovani atleti.
Molti gli spunti degni di nota e primo fra tutti va citato il ruspante Cobra. Schierato come punta di diamante della squadra, sul campo in terra rossa e dopo una delle sue classiche partite a muro di gomma, che tirano scemi gli avversari, arrivava al punto decisivo.
Prima di servire, candidamente il nostro urlava all’avversario “Match point”, facendolo indispettire. Il nostro, e bisogna darne atto, si scusava compuntamente e vinceva il punto e la partita.
I due continuavano a beccarsi e dopo alcuni batti e ribatti che rispecchiavano l’andamento del match, il Cobra chiudeva definitivamente anche questa, con un aforisma degno di un grande pensatore. Con brevi e succose parole riassumeva il tutto: “Tanto hai perso”.
Mentre sul campo B si disquisiva di massimi sistemi, sul campo A si svolgeva un silenzioso dramma: il Capitano Cogliati, da pochi minuti perdente dopo un match altalenante, solo e tenuto a distanza da tutti, modello paziente zero, veniva sorpreso da due esponenti del tennis minore, mentre si cimentava con un nodo scorsoio.
Le due ragazze, nella migliore tradizione della psicanalisi, affondavano il coltello nella piaga, chiedendogli il perché della disfatta e perché non avesse giocato meglio.
La cura aveva comunque effetto, distraendo il nostro dai suoi propositi e tutto rientrava nella normalità.
Intanto sul campo B si raggiungeva l’apice della giornata. Scendeva in campo Mastro Fabio contro un più o meno pari classifica, …attuale classifica. L’avversario capiva fin da subito il suo destino, forse già messo sull’avviso da qualche scambio nelle fasi di riscaldamento e dalle scarpe slacciate del nostro.
Al primo punto del primo game del primo set, serviva una buona prima palla di servizio, che si ritrovava smorzata venti centimetri oltre la rete: 0-15, ma era già 0-6.
Dopo 40 minuti, terminava l’allenamento di palleggio ed eravamo sul 2-1.
A quel punto, rigenerato dalla psicanalisi del tennis minore, John Wayne Cogliati, cacciava tutti dai dintorni, si schierava in panchina e guidava la miglior formazione di doppio, Colombo-Ardemagni, alla facile vittoria.
Un ringraziamento, per non avere giocato e quindi per non avere perso, è doveroso per gli altri componenti della squadra: Gabriele Agostino, Matteo Moneta, Marco Busnelli, Achille Di Paolo.
Alla fine, brindisi e foto di rito per i nostri eroi.


Moritz Allee

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